Vinitaly 2013: spigolature - 2

 Diversamente da molte passate edizioni, questa 47a edizione è stata per me anche un'occasione di assaggi, scoperte e riconferme.

Qualche rimpianto per i piccoli e grandi eventi mancati per mancanza di tempo, ma soddisfazione per i molti vini eccellenti che mi è capitato di assaggiare, e di cui riporto i più notevoli.

Malverno 2009 Terre di Chieti Rosso IGT Abruzzo - Cantina Orsogna. Un blend di Montepulciano d'Abruzzo e merlot sorprendente per il contrasto dolce-amaro che riesce a ricreare in bocca, grazie a note di frutta rossa matura e dolce, prugna e grafite e  caffè. Lungo e tuttavia bevibile, non sorprende che abbia conquistato più di una medaglia, in concorsi enologici diversi: non ce n'è per molti, dopo aver assaggiato questo! Premiata a Vinitaly 2011 come Miglior Produttore Italiano, questa cantina cooperativa (ebbene, sì)  presenta una gamma di vini degna di grande attenzione. Interessanti le etichette degli autoctoni passerina (il Duse 2012) e pecorino (il Calai 2011), buoni (e ugualmente iper-premiati) i rosati (come il Mallorio 2012 e il Maylea 2012), ma la mi apreferenza personale va cerasuolo biodinamico Pettirosce 2012: fresco, fruttato, equilibrato. In una parola, gustoso.

Terre Bianche Cuvée 161 2011 Torbato Alghero Doc Sella & Mosca: dai rossi dell'Abruzzo ai bianchi della Sardegna. Tanto continentali quelli quanto mediterranei questi. Il torbato è un vitigno originario della Spagna che ha cercato casa in Francia ma ha finito per trovarla in Italia, in Sardegna, nella zona di Alghero. Qui la Sella & Mosca la coltiva e la vinifica in purezza (unica al mondo a farlo) in ben quattro differenti versioni. Questa è quella ferma: piacevole, solare, sa di profumi di erbe selvatiche, fiori di campo gialli e bianchi. Un inno all'estate.  

Alta Langa Doc Zero 2006 - Cantina Maestro Enrico Serafini. Il metodo classico che sa di Piemonte. E' curioso come una terra votata ai grandi rossi sappia esprimersi così inequivocabilmente anche nella tipologia metodo classico. Fatto soprattutto di pinot nero e in piccola parte di chardonnay, dal perlage sottile e fine, persistente, questo sparkling è un tripudio di note chiare e accattivanti che rimandano al pane appena sfornato ma soprattutto alla nocciola più buona del mondo, quella di Alta Langa, appunto, senza tuttavia cedere a facile ruffianeria. Ne risulta un prodotto di indubbia classe, ma al tempo stesso non così snob da non accettare di sedere a tavola, piuttosto che starsene da solo con qualche timido appetizer

QdE Questione di Etichetta Franciacorta Pas Dosè 2006 - Il Mosnel. E' un piacere bere i Franciacorta di questa bella azienda, ma per quanto il mio preferito sia l'EBB, il QdE è un sempre piccolo avvenimento. Floreale e sapido, lungo e bevibile, equilibrato ed elegante, è sicuramente un ottimo rappresentante della sua tipologia e un significativo biglietto da visita per l'intera denominazione.