EWBC Wien, note tecniche

Ewbc #3: 4 giorni di fuoco sotto il cielo benevolo di Vienna. Un giudizio sintetico? E' stata un'esperienza interessantissima, coinvolgente, faticosa, impegnativa, divertente, entusiasmante. Quattro giorni fittissimi di incontri, amicizie vecchie e nuove, scambi, confronti, nuove conoscenze. E vini, tanti vini. Mai bevuti tanti Gruner Veltliner, Saint Laurent e Zweigelt come in questa occasione. Impossibile riassumere in poche righe la conference: basti dire che in tutto si sono tenute una ventina di sessioni di lavoro, tra keynote principali e work shop, e che i temi trattati spaziavano dall'uso delle piattaforme di social media monitoring alle prospettive dell'editoria digitale. Per non parlare delle full immersion nella produzione vinicola di Austria e Cile.

Qui tuttavia proverei a sintetizzare alcuni aspetti, per lo più tecnici, perché li ritengo significativi dell'importanza e della complessità (anche organizzativa) che questo evento ha acquistato: dalla sua prima edizione, tenutasi in Spagna, all'attuale, sembrano che siano passati vent'anni, anzichè solamente due. Sui contenuti della conference mi dilungherò invece in un articolo di prossima pubblicazione sul mensile MilleVigne*.

Logistica: la conference era ospitata nell'Orangerie del Palazzo di Schoenbrunn: spazi bellissimi, luminosi, moderni ed eleganti insieme, dotati di ogni comfort. Le circa 200 persone presenti avevano a disposizione ben due connessioni wifi aperte (e veloci!!), e la possibilità di attaccarsi alla rete elettrica ovunque lo desiderassero (c'erano fili, prolunghe e ciabatte ovunque). Due grandi schermi (uno nel salone Franz Joseph, ritratto nella foto d'apertura, l'altro in quello delle degustazioni libere) permettevano di seguire in real time il flusso di twitts che scorreva in rete.

Organizzazione: sotto la supervisione del fantastico trio Opaz-McIntosh, Austrian Wine, event sponsor, ci ha riservato un trattamento degno di una visita di Capi di Stato. Un esercito di gentilissimi ragazzi/e (sommelier, catering, guardaroba, guide, accompagnatrici/tori) ha operato per tutta la durata dell'evento perché tutto filasse liscio e senza scosse come i comodi e velocissimi metrò di Vienna, con una discrezione che quasi li rendeva invisibili. Dai buffet alle cene, dai trasferimenti in giro per l'Austria ai tour organizzati ci hanno sempre accompagnato con una professionalità e una efficienza sbalorditive: basti dire che hanno provveduto a fornire a ciascuno di noi perfino i biglietti del metrò. La qualità dei cibi è sempre stata di alto (e abbondante) livello, molto ampia la scelta dei produttori presenti e dei vini in libero assaggio. Perfino la documentazione cartacea è stata da...manuale. I tour esplorativi sono stati più d'uno, alcuni in contemporanea: abbiamo scelto quello nella Wachau, con breve tratto sul Danubio, durante il quale si è tenuta una degustazione guidata dei vini i cui vigneti ci sfilavano davanti agli occhi...fascinating! E nonostante fosse domenica, alle 7 di sera una simpatica e bravissima guida ci ha introdotto velocemente anche ai tesori dello spettacolare Stift Klausterneuburg, di cui abbiamo potuto visitare, accompagnati dall'enologo, anche le storiche cantine.

WiFi: era dappertutto. Nell'Orangerie disponevamo di ben due linee aperte, capienti e velocissime - ve le immaginate 200 persone collegate contemporaneamente alla rete? - ma le connessioni free erano presenti anche nell'Hotel Reinassance e all'Oesterreicher im Mak, dove si è svolta la cena conclusiva.  Ma ciò che ci ha lasciati esterrefatti è stato il fatto che il wi-fi ha viaggiato con noi: la presenza di un tecnico per tutta la durata del trip sul Danubio ha assicurato il collegamento con il web perfino sul pullman. E in nave. E nelle cantine che abbiamo visitato. E nei saloni dello Stift Klosterneuburg. E se ci fosse stato qualche ceppo dotato di presa elettrica, credo che avremmo potuto collegarci a Internet anche nei vigneti. Evidentemente, quando è stato detto ad Austrian Wine che il nostro era un congresso di blogger, hanno preso la cosa molto, molto sul serio.

Lingua: considerata le molte nazioni che da sempre partecipano a questo evento (quest'anno erano ben 26) e le rispettive lingue spesso incomprensibili (dal cinese al magiaro, passando per il portoghese brasiliano e lo svedese), la lingua ufficiale dell'Ewbc è inesorabilmente l'inglese (senza traduzione simultanea). Prima, durante e dopo il congresso. Nelle occasioni formali e quelle informali. Perfino i congressisti non anglofoni lo parlavano tra loro. E tutti gli austriaci che abbiamo incontrato, enologi e produttori compresi,  ne sfoggiavano uno quasi oxfordiano. 

Degustazioni: quelle guidate e ampiamente introdotte sono state due, dedicate ai vini dell'Austria e del Cile. Tutti mediamente di buon livello - con punte di ottimo - i vini austriaci; tutti molto didattici quelli cileni (il che significa che, in una scala da 1 a dieci, il loro livello medio di bevibilità si aggirava intorno al 4...). La cosa più notevole però era il fatto che tutti i vini in assaggio nei quattro giorni erano stati precaricati nell'ampio e fornitissimo database degli amici di Adegga, così che bastava aggiungere il proprio commento per arricchire la scheda di degustazione di ciascun vino...una particolarità che può aprire la strada a molti interessanti  sviluppi, primo tra tutti la messa a punto di una nuova modalità di degustazione dei vini.

Congressisti: cresce la schiera dei professionisti della filiera che cercano di capirci di più del mondo della rete e dei suoi nuovi comunicatori. In questa edizione c'erano molti responsabili commerciali di aziende, pr delle stesse, enologi, venditori, studenti delle scuole di management del vino, giornalisti tradizionali... Una composizione che costringerà quanto prima a fare una riflessione anche sui contenuti delle sessioni di lavoro della conference.

Contenuti: come detto, nei due giorni di conference vera e propria si sono tenute sia relazioni generali sia workshops contemporanei, cosa che ha costretto i partecipanti a fare delle scelte. I workshops erano rapidissimi: una ventina di minuti al massimo ciascuno. Mezz'ora se c'era qualche domanda. E poi via, cambio di sala, cambio d'argomento. Non tutti i contenuti si sono dimostrati all'altezza delle aspettative dei duecento presenti, ma, come detto, gli interessi erano anche molto diversi tra loro. In futuro - cioè a partire dal prossimo anno - bisognerà pensare a sessioni contemporanee, più focalizzate su argomenti d'interesse delle diverse tipologie di partecipanti (la comunicazione, la vendita, il commercio internazionale), fermo restando che il focus principale deve restare il wine blogging. La rete e le sue problematiche. L'Ewbc è pur sempre un incontro di blogger, non una specie di copia del congresso dell'OIV.

L'atmosfera: eh sì, molte cose sono cambiate dal primo incontro a Logrono, quando eravamo solo un gruppetto di una cinquantina di gogliardici scalmanati della rete... Crescendo il numero di partecipanti, diventa quasi impossibile relazionarsi con tutti. Nonostante questo, la voglia di divertirsi, di fare nuove conoscenze, di bere nuovi vini e visitare luoghi che non si conoscono è rimasta la stessa. E siccome l'Ewbc 2011 si svolgerà in Franciacorta, sono già in molti a leccarsi i baffi al pensiero dell'accoglienza e delle meraviglie che l'Italia saprà far loro scoprire...

Perché anche noi sapremo essere al livello dell'organizzazione austriaca (anzi, meglio). 

VERO???

 *consideratelo un mio tentativo sperimentale di integrare l'informazione online con quella offline: entrambi i contributi possono vivere di vita propria, ma se si vuole avere un'idea complessiva e un quadro più completo del tutto bisogna leggerli entrambi. :-)