Giro della Svizzera in 4 vitigni e 12 vini

Svizzera: cioccolata (e formaggi) e orologi a cucù, stazioni sciistiche alla moda, benessere e pace. Un piccolo mondo che pare esser scivolato via tranquillo e intatto tra 2 guerre mondiali, parecchi sconquassi internazionali e un numero imprecisato di crisi economiche (compresa l'attuale). A Montreux, la cittadina sul lago di Ginevra che ha ospitato l'ultima edizione della Digital Wine Communications Conference*, l'atmosfera che si avverte in strada è di serafico benessere: del resto, basta guardare il lago respirare placido per avvertire un senso di relax. Questa è la Svizzera che un po' già conoscevamo (e invidiamo). Quella che invece non si conosce (abbastanza) è l'altra: la Svizzera dei vini, della quale abbiamo potuto fare alcuni interessanti e illuminanti assaggi, in particolare al Grand Tasting Swiss Wines condotto da Jancis Robison MW e José Vouillamoz.

Qualche dato, per cominciare; la Svizzera vanta qualcosa come 60 diverse varietà di uve coltivate in poco meno di 15 mila ettari di vigneto (la sola Borgogna ne ha 29 mila) ma le principali sono solo 5 o 6; in particolare, tra le varietà bianche spicca lo Chasselas, e tra quelle nere il Pinot Nero.  Le regioni produttrici ufficiali sono sei (Valais,Vaud, Genève, Tessin-Canton Ticino, Zurigo e Neuchâtel) e ovviamente vitigni internazionali come il Merlot o il Gamay vi hanno trovato comodamente casa, dando luogo a vini spesso decisamente interessanti. A incuriosire di più però sono le uve autoctone. Perosnalmente, d'ora in poi, insieme alla cioccolata e la gruviera, la mia associazione d'idee con la Svizzera sarà con Chasselas, Petite Arvine e Cornalin.

 Di seguito, alcune note sui vini assaggiati al Grand Tasting, partendo dai bianchi:

1) Domaine Blaise Duboux- Espesses Cuvée Vincent Calamin Grand Cru 2012 AOC Lavaux (Vaud). Lo Chasselas del Vaud da' luogo a un vino saporito, bilanciato nella struttura, con profumi di frutta a polpa gialla che ricordano un po' il muscadet. In bocca è morbido, ma sostenuto da una buona aciditá.
2) Chateau Maison Blanche - Yvorne Grand Cru 2010 (AOC Chablais) si presenta analogo al precedente ma con toni più maturi nelle note di frutta gialla al naso e in bocca.  
3) Domaine La Colombe - Féchy. Raymond Paccot "Le Brez" 2005 (Féchy AOC Lavaux): i suoi nove anni abbondanti dalla vendemmia si avvertono tutti, perchè le note si fanno decisamente evolute, tendenti all'ossidativo. Un vino per #winelovers.
4) L'Orpailleur - Uvrier. Frédéric Dumouilin "Petite Arvine" 2013(AOC Valais). Che bell'uva, questa! Persino Angelo Gaja cercò di traslocarla in Piemonte. Niente da fare. Più difficile di quel che appare a prima vista, il Petite Arvine si trova a suo agio solo su certe colline ripide come quelle del Valais. Questo vino ha un magnifico frutto, sia al naso che in bocca, con una chiusura pulita e una acidità evidente.
5) Provins Valais "Petite Arvine" Maiitre de Chais 2005 (AOC Valais): più evoluto, ma equilibrato e dritto, ancora vibrante d'acidità. Ohibò, questi bianchi invecchiano bene.  
6) Domaines Rouvinez- Sierre. Chateau Lichten 2002 (AOC Valais): da una vendemmia non felice un vino forse non eccelso, ma sempre rigoroso.
Nei vini rossi, le varietà principali sono Pinot noir e Merlot: 
1) La Maison Carrée - Auvernier. J.P. et Ch.Perrochet "Pinot Noir 2010" (AOC Neuchatel): al naso rivela bei profumi di piccoli frutti e pepe, in bocca ha bella aciditá in bocca e una grande bevibilità.
2) Peter Wegelin - Malans. "Malanser Baluburguder Reserva 2011" (AOC Graubunden): complice il diverso terroir, questo Pinot nero appare più scuro al naso e in bocca: il ricordo è di piccoli frutti di rovo leggermente acerbi.
3) Cave de Champs- Miége. Caludy Clavien "Le Parts des Anges" Pinot Noir Fut de Chene 2012 (AOC VAlais): un vino ancora troppo giovane e non molto equlibrato tra naso e bocca, dove il fruttato rosso si presenta al gusto.
4) Kopp von der Crone Visini "Barbengo Balin 2009" (AOC Tessin). Eccoci al Merlot,  figlio di Magdaleine Noire de Charentes e Cabernet Franc: nel Ticino ha trovato una delle sue patrie d'elezione. Questo ha un chè di fumè, oltre al frutto rosso.
5) Casa Vinicola Gialdi - Mendrisio "Merlot Sassi Gorossi 2010" (AOC Tessin). Un merlot che ha già qualcosa di più familiare: fruttato ma anche deciamente secco, con tannini leggermente granulosi e ricordi di cuoio
6) Domaine Grand'Cour - Peissy. J.P. Pellegrin "Merlot 2011" (AOC Genéve). Chiudiamo questo giro della Svizzera con un Merlot ginevrino, al naso il più fruttato dei tre, e con una bella lunghezza.
(*main sponsor della conference, Swiss Wine Promotion, al quale va la gratitudine di tutti i partecipanti)