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Il bello di #terroirvino2012

Il bello di Terroir Vino è che è se stesso. Nel (tanto) bene e nel (poco) male.

Una formula unica nel suo genere:

- per organizzazione: ogni anno migliora qualcosa (e sbaglia qualcos'altro: Menschliches, Allzumenschliches!*)

- per trasversalità: non importa in quale categoria ti riconosca. Anche se sei un semplice curioso che beve un bicchiere alla settimana, a Terroir Vino ti senti a tuo agio;

- per duttilità: quest'anno è andata così, l'anno scorso è andata colà e l'anno prossimo sarà costà: come una stoffa che si cerca di aggiustare su quell'informe corpaccione che è il mondo del vino pro-con**,Terroir Vino non segue uno schema rigido, sempre uguale a se stesso o con poche inavvertibili varianti, ma è capace di introdurre in ogni edizione cambiamenti (più o meno) macroscopici: il luogo, le iniziative di contorno, le novità dell'anno, le persone, l'impostazione... Il tutto al fine di regalare comunque un'esperienza positiva, da un lato e dall'altro del banchetto, con il vino, con le persone, persino con i new media. Per gente cresciuta a effetti speciali e che troverebbe déjà vu anche una degustazione in AR (augmented reality), trovarsi a vivere con il vino una piana, serena normalità ha quasi dello straordinario.

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Terroir Vino 2012: the meeting

Nel corso dell'anno ci sono almeno tre occasioni nelle quali i digital wine writers di natura varia& assortita si materializzano: due sono di carattere internazionale (l'americana Wine Blogger Conference e l'European Wine Blogger Conference, che quest'anno si terranno rispettivamente in Oregon e Turchia), due appuntamenti impegnati e impegnativi per numero di giornate, attività e e partecipanti, la terza è sicuramente Terroir Vino.

Da sette anni un unicum nel panorama delle manifestazioni enoiche - un po' congresso, un po' fiera, un po' mercato. Probabilmente non acquisterà mai una connotazione precisa e definitiva, e forse proprio in questo risiede la sua forza: nella capacità di aggregare target diversi, accomunati dalla trasversale passione per il vino.

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Terroirvino 2011 (e tutto il resto)

E' iniziato il conto alla rovescia: Terroirvino è qui. Potremmo dire "puntuale come le tasse", ma il paragone è ingeneroso, perchè le tasse non piacciono a nessuno, e invece questa manifestazione enoica-eroica piace sempre a più persone ogni anno che passa.

Enoica perchè si parla di vini (ma non solo).

Eroica perchè per organizzarla professionalmente (in teoria) occorrerebbero finanziamenti importanti e l'impegno di un comitato fieristico, e invece fa tutto un privato cittadino con un pugno di ben rodati amici e collaboratori.

Come a dire: la qualità non è una faccenda di dimensioni. 

E' una faccenda di idee. E di determinazione. Non di aiuti(ni) pubblici. Perchè se Filippo Ronco avesse dovuto aspettare il contributo pubblico per mettere in piedi il suo primo Tigulliovino.it Meeting (come si è chiamata nei suoi primi tre anni di vita questa manifestazione), oggi non saremmo alla settima edizione

Volere è potere, insomma (aziende-che-aspettate-sempre-la-manna-dal-pubblico-cielo-per-fare-qualsiasi-cosa, imparate).

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TerroirVino: i voti

TerroirVino, ovvero l'evento enoico (eroico?) dell'anno della Liguria. Per chi non ci fosse stato, dico subito che non ho nessuna voglia di riassumere in poche righe la densità di 2 giorni vissuti quasi per intero in loco (ovvero ai Magazzini del Cotone del Porto Antico di Genova, con la sola breve parentesi della cena a Villa Spinola).

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